Rottura

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view post Posted on 14/6/2007, 15:53
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Con chi credi di avere a che fare?!

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Inculo alla balena

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Rottura

Nel periodo di conquista del continente di Eptora, quando ancora i 100 regni erano in fase embrionale, la colonia di Bedosa si stava espandendo verso la catena montuosa dei Mo’ i quali alti e ripidi costituivano un ostacolo invalicabile per gli umani. In quel periodo inoltre, gli umani avevano fatto conoscenza con una tribù locale supercivilizzata e proveniente dai deserti dell’ovest detta dei sauropodi. Questi esseri, a metà tra umano e rettile, erano, benché schivi, molto pacifici. Di fronte a queste creature, la società umana non sapeva come reagire: la chiesa di Epthar diceva di diffidare di tali creature e di non stringere rapporti con loro, ma la loro estrema intelligenza e civiltà, oltre che cordialità nei confronti degli sconosciuti attirava gli umani. Una volta entrati in possesso dell’ informazione che questa tribù conoscesse una passaggio segreto navigabile per attraversare la catena montuosa si organizzò subito una spedizione a cui avrebbero partecipato sia umani che sauropodi, per iniziare un rapporto di pace e collaborazione tra le due specie. A guidare la spedizione sarebbe stato il veterano di marina Amedeus Forlin, con a disposizione due navi, formate sia da sauropodi che umani. A far da guida a loro c’era il sauropode Karvia (così lo chiamavano gli umani) un grosso e robusto sauropode dal fare bonario. Nell’equipaggio risaltavano Kryn, sauropode figlio del capo tribù, Vera Forlin, bella ragazza nipote del capitano Amedeus, la quale lo seguiva sempre dopo la morte dei genitori e Form Boris, aitante marinaio spasimante per Vera.
Due navi partirono dal porto di Bedosa, sul fiume Fradara, il viaggio fu regolare, per diversi giorni percorsero il fiume al contrario, andando a monte. Subito nell’equipaggio si distinsero umani e sauropodi: i primi erano rozzi e volgari oltre che aggressivi, mentre i sauropodi mostravano una estrema civilizzazione e pacatezza, nonostante fossero un equipaggio diligente e forte. Tra Kryn e Vera cominciò ad instaurarsi un rapporto di amicizia, mentre Form tentava di ammaliarla con le sue mascoline imprese, che agli occhi di lei sembravano rozze.
Entrate le due navi nella caverna che attraversava la montagna, le cose cambiarono: oltre che al quasi totale buio, le acque del posto erano autentiche rapide e cascatelle, le quali per giorni misero in difficoltà le capacità dei navigatori; ogni tanto il buio spariva, lasciando posto alla luminosità dei cristalli bluastri che riflettevano la luce sui soffitti e pareti della lunga caverna. Ad un certo punto della caverna si trovarono di fronte ad una altissima cascata, Amadeus grazie all’ottima strategia riuscì a bilanciare il peso della nave, in modo che, nonostante parte dell’equipaggio fosse caduto fuori dalla nave, precipitando verso la morte, la nave riuscisse a scivolare sulla cascata, atterrando in modo non eccessivamente violento, mentre la seconda nave, priva della guida di Amedeus, cadde rovinosamente giù, schiantandosi sulle rocce circostanti al fiume.
La spedizione così fu più che dimezzata, ma non si poteva tornare indietro. Di lì in poi il viaggio divenne più duro, e allo stesso tempo tra Vera e Kryn nacque del tenero.
Finalmente la nave uscì dalla caverna, ma si trovò di fronte ad uno spettacolo spiazzanta: oltre la catena montuosa dei Mo’ c’era un territorio di lava e vulcani, a perdita d’occhio, un posto dove nulla poteva sopravvivere. Raggiunti una insenatura, tentarono di attraccare, ma una colata di lava investì la nave, sciogliendo un’altra parte dell’equipaggio. Rimasero in sette, in un territorio ostile e lavico. Tuttavia Amadeus si rifiutò di tornare indietro, poiché la spedizione doveva andare avanti alla ricerca di un territorio vivibile per gli umani di Bedosa. Oltre ai protagonisti della vicenda, solo un mozzo e un sauropode sopravvissero. Nel frattempo tra Kryn e Vera era scoppiato l’amore: anche se lontani da casa, i due si sentivano bene l’un con l’altro, e sarebbero rimasti assieme per sempre. Dopo pochi giorni di cammino Amadeus morì, di stenti o forse di vecchiaia, probabilmente aveva continuato il viaggio alla ricerca della sua morte, invece che della vita per gli altri, questo nessuno lo saprà mai. Alla fine rimasero solo Kryn, Vera, Form e Karvia, il quale guidava il gruppo in mezzo alle colate laviche con gentilezza e amore che solo un saggio sauropode poteva avere. Tuttavia la fame e la gelosia di Form lo fecero impazzire: geloso di Vera attaccò il fiero Kryn con un pugnale, la colluttazione tra i due fu violenta e terminò con Form che dopo averlo pugnalato, spinse Kryn nella lava, uccidendo lui e l’amore di Vera, per sempre. Quest’ultima assalì il suo spasimante con rabbia e odio, finendo anche lei pugnalata per errore da Form, il quale scivolò indietro, finendo a sua volta nel fiume incandescente. Karvia non potè fare nulla, se non assistere agli ultimi momenti di vita di Vera, per poi lasciare lì il suo cadavere, sperando che potesse dare vita a qualche animale affamato, se fossero mai potuti esistere in quel luogo infernale. Senza più responsabilità, tornò indietro, arrampicandosi per i monti, fino a tornare alle terre della sua tribù, provato e distrutto dal terribile viaggio.
Riferì al suo popolo che gli umani erano una razza infida, emotiva e violenta, e che a causa loro erano morti dei sauropodi.
Il popolo dei sauropodi non mosse guerra contro gli umani di Bedosa o del mondo, erano troppo civili per abbassarsi a ciò, tuttavia si ritirarono nelle loro città sotto il deserto, chiudendo per sempre ogni rapporto con gli umani.
 
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